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domenica 21 giugno 2009

Sunday

Svegliarsi alle 9.
Latte freddo e nesquick. Il divano.
Studiare, facebook, una catena di pensieri e siti e blog.
Pranzare davanti al pc con un panino.
Annusare l'aria che nonostante il sole sà di pioggia.
Voglia di un prato, dell'ombra di un albero e di Lui.
Un gelato.

venerdì 12 giugno 2009

Antenna


Oggi fa un caldo che è già insopportabile, anche se so che Bologna non è nemmeno all'inizio di quello che può trattenere.
Lunedì, c'è l'esame di lingua giapponese e il cielo è terso.
Detesto questa lingua con tutto il cuore oggi. Oggi, che ho perso una mattinata del tempo che dovevo dedicargli vagando per disegni e illustratori in giro nel web.
Non me ne sono nemmeno accorta.
Studiare, disegnare, fissare il soffitto...
Tutto è caldo, fastidioso, e troppo luminoso.
Devo pure starmene in jeans, che di là c'è un Ospite non mio.
L'estate la odio, non ci si può nascondere da nessuna parte.
Al piano superiore, la vicina anziana e sorda che urla alla figlia.
Dalla finestra di fronte, ancora lezioni di inglese a tutto volume dalle finestre spalancate.
Poco più in là, rumori di lavori in corso.
Le urla di rondini impazzite e il ronzio del pc.
Persino i tacchi di chi cammina sotto il portico.
Sento tutto e tutto mi aggredisce.

martedì 4 novembre 2008

apnea

Eccomi qui.
Sono le una e tre, mentre inizio a scrivere.
Sono sul divano, con solo la luce della lampada a farmi compagnia, che G. è andata a dormire dopo Grace Anatomy e Nip&Tuc: ha comprato il cavo per l'altra tv, addio studio!
Non mi spiace stare da sola, ma so che è così per via di G. che è nella stanza accanto, e perchè abbiamo passato la serata insieme.
Mi sono accorta che da sola non riesco a stare, ma basta che ci sia una persona in casa e allora sono tranquilla, anche se magari non ci parlo tutto il giorno.
Il cervello fa strani giochi.

E' un pò che non scrivo... è che mi sento sempre poco presente a me stessa: sono incline ad osservare molto le cose e a pensarci su altrettanto, ma tra l'università e il voler stare dietro almeno teoricamente a quello che mi piace, non ho tempo sufficente e sento come se non completassi i miei processi, come quando si aprono tante finestre su mozilla (o quello che è), non si da il tempo di caricare e le si chiude subito, non so se mi spiego.
Questo non rielaborare mi destabilizza e mi lascia in confusione. Mi sento un frappè.
Mi sento un anfibio. Uno un pò sfigato, perchè loro sono naturalmente progettati per stare bene sia in acqua che in aria, a me invece mi pare di non saper nuotare e di stare a malapena in piedi.


lunedì 20 ottobre 2008

where?

Salve.
Mi ci è voluto un pò per aggiornare lo so, è che da quando è ricominciata l'università è sempre un corri-corri-impazzisci-impazzisci, la solita strana vita dove tutto è di passaggio.
Nel frattempo non è successo niente ed è successo tanto...
Innanzitutto ora sono completamente guarita, il che è successo in modi che ancora non mi spiego del tutto...boh, non mi sono sentita bene per settimane e poi da un giorno all'altro mi si sono completamente caricate le batterie; ho sentito di punto in bianco di avere un sacco di energie da buttarne via.
Ora sto bene, nel senso che non ho più quella carica che è durata qualche giorno, ma neanche sto in debito.
Mi sono spesso immaginata di scrivere post sulle lezioni che trovavo interessanti, (nel mentre della lezione in corso), sarà per questo che poi non ho effettivamente scritto niente?
Mi ispirava parlarvi dell'interessante concetto di being e non-being riguardanti la Woolf e Joyce, che sto studiando ora.
Mi ispirava anche parlarvi di come sia venuto fuori durante la lezione di questo bravissimo professore, la questione su cosa sia letteratura e cosa non lo sia. Se Joyce ad esempio sia un genio, un pazzo furioso o se si sia semplicemente divertito.
Mi è venuto in mente quindi di scrivere su come sia facile e allo stesso tempo difficilissimo fare amicizia in facoltà, dopo che avevo portato degli home-made おにぎり (onigiri) e due bento per i 15 minuti di pausa pranzo tra una lezione di giapponese e l'altra.
Quindi è stata la volta del post sulla crisi che c'è, sull' "informazione" che mi terrorizza, e sull'Italia, di quanto sempre più spesso mi ritrovi a pensare con l'ansia a mille a che paese di merda sia, e in che diamine di periodo io abbia la sfortuna (?) di trovarmi a vivere; che ci sono momenti in cui mi manca l'aria per quanto non riesco nemmeno a immaginarmelo, un futuro; per la rassegnazione e la certezza di essere costretta a fuggire da casa mia, che mi pare una condanna senza senso.
Poi ho pensato di scrivervi un post sullo shock per questi due ragazzi di Falconara, Mat e Ylenia che per caso l'altroieri ho saputo essere morti da poco.
Purtroppo non li conoscevo: lui writer di 23 anni morto fulminato cercando di fotografare da sopra un treno fermo in stazione i suoi lavori, lei 18 anni di leucemia fulminante.
Le faccine con cui lui ha imbrattato tutte le stazioni da casa mia a Bologna spesso mi infastidivano, però trovandole in giro per la città mi facevano compagnia, sapevo che erano di un ragazzo che veniva da dove vengo io.
E tutto quello che sono riuscita a distinguere nel casino dei miei pensieri, è che Ylenia dal liceo che io ho tanto odiato non è riuscita a uscire.
Poi ho smesso di pensare.

Un'altra giornata, altre lezioni, altra gente.
Ed ecco il post che ho scritto.